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Biblioteconomia sociale? Certo, per contribuire al nuovo welfare

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AIB Studi: Rivista di biblioteconomia e scienze dell'Informazione, 53 (3): 297-305 (2013)
DOI: 10.2426/aibstudi-9145

Abstract

Biblioteconomia sociale? Certo, per contribuire al nuovo welfare Tra le molte tendenze in atto nel mondo globalizzato, una delle più evidenti è lo straordinario sviluppo delle nuove tecnologie, che ha come conseguenza più o meno volontaria la polarizzazione fra i pochi che sono in grado di governare e manipolare tali tecnologie e i molti che non possono fare altro che applicarle pedissequamente, riducendosi a una sorta di "robot'' umani. Per questo una nuova concezione del welfare non può ignorare questa potenziale massa di "robotizzati'', ma deve fare in modo che possano anch'essi acquisire le competenze necessarie per incidere attivamente sulla realtà. Su questo terreno si apre per le biblioteche (in quanto presidi culturali) e per i bibliotecari (in quanto operatori della conoscenza) un ampio ventaglio di possibilità di intervento, a patto che abbiano il coraggio di varcare il confine che (ancora) separa il tradizionale modello di biblioteconomia da quello nuovo. Social librarianship for the new welfare Mongst the most recognizable trends of our globalized world there is the extraordinary technological development. One of its more or less intentional side effects is the polarization between the few able to manage and control technology, and the many who can't do anything but accept and adopt it. A new idea of welfare can't ignore this potential multitude of passive and defenseless individuals: on the contrary, it has to provide them with the skills and competences essential for leading change and innovation. This can be a rich and productive ground for libraries and librarians, who can work as knowledge management agents provided that they are not afraid to cross the line between a traditional and a new idea of librarianship.

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